Scoperte archeologiche nell’area urbana di Brindisi – BANCHINA PORTO

Ogni giorno ci capita di attraversare strade e vedere luoghi della città in cui viviamo, senza sapere, letteralmente, dove stiamo mettendo i piedi. Una mancanza imperdonabile in una città come la nostra, che può vantare monumenti e vestigia di ogni epoca storica sotto il manto stradale, a pochi metri da noi.
Abbiamo voluto identificare i luoghi urbani in cui sono stati fatti dei ritrovamenti archeologici utilizzando una approfondita ricerca di Benita Sciarra (contrassegnata dalla sigla BS) “Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi” che parte dal lontano 1762, con i primi ritrovamenti tramandatici da scrittori locali quali De Leo e Tarantini, aggiornata con la mappa dei “Principali rinvenimenti archeologici nell’area urbana di Brindisi” di Cocchiaro A. e Andreassi G. (contrassegnata dalla sigla CA) “La necropoli di via Cappuccini a Brindisi. Brindisi, 1988, pubblicata da R. Alaggio in Brindisi Medievale pp. 100-3.
Con le nostre foto mostreremo dove sono e come sono diventati oggi quei luoghi aggiungendo, quando possibile, anche i reperti archeologici collegati, di solito conservati nel Museo Archeologico “F. Ribezzo” di Brindisi che ha raccolto, sin dalla sua origine, tutto il materiale del Museo Civico e parte della Collezione De Leo.
BANCHINA PORTO
– Notizia del ritrovamento (1793) di molti marmi tra cui una statua di Diana (?) e di ventisei monete di oro, cioé due di Traiano, venti di Adriano, una di Antonino Pio e tre di Faustina (questo materiale fu trasportato nel Museo Borbonico e non è stato finora possibile rintracciarlo). Documenti inediti per servire alla storia dei Musei d’Italia, Roma – 1879 (vol. II, p. 3 ). (BS)
 
– Frammenti di marmo, una statua e venti monete dell’età degli Antonini, due rocchi di colonne e varie lucerne (1793; 1960). (CA)
 
Ambedue gli Autori ci danno notizia del ritrovamento di un elevato numero di monete d’oro, ben 26 dell’età degli Antonini, che furono trasportate al Museo di Napoli e mai ritrovate. Tenuto conto che la scoperta e il conseguente trasferimento da Brindisi, avvennero nel 1793, c’è da supporre che durante il decennio francese, che durò dal 1806 fino al 1815, anche le monete, come tante opere d’arte e beni preziosi, presero la strada per andare oltralpe. Il tratto di banchina che vi mostriamo è quello di fronte alla Casa del Turista.
 

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